Previous Next

L'ultimo abbraccio a padre Ottaviano

Stampa
Don Ottaviano

Questa mattina, 5 febbraio 2019, dalla comunità di Oderzo (Treviso) è giunta la notizia della morte del nostro confratello

 

P. OTTAVIANO DANESE

di anni 92.

 

Il funerale di p. Ottaviano Danese viene celebrato venerdì 8 febbraio alle ore 15.30 nella chiesa del Collegio Brandolini di Oderzo. La sua salma sarà seppellita nel cimitero di Oderzo presso la tomba della Congregazione.

Don Ottaviano

Questa mattina, 5 febbraio 2019, dalla comunità di Oderzo (Treviso) è giunta la notizia della morte del nostro confratello

P. OTTAVIANO DANESE

di anni 92.

 

Il funerale di p. Ottaviano Danese viene celebrato venerdì 8 febbraio alle ore 15.30 nella chiesa del Collegio Brandolini di Oderzo. La sua salma sarà seppellita nel cimitero di Oderzo presso la tomba della Congregazione.

 

La vita è sempre paternamente guidata da Dio che vuole il nostro bene, anche se chiede sacrificio

padre Ottaviano Danese

 

P. Ottaviano era stato ricoverato solo dalla metà del mese di dicembre nella casa di riposo di Oderzo, dopo che il suo stato di salute era diventato sempre più precario per l'età anziana e necessitava di assisten­za e di cura continua. Aveva compiuto 92 anni da pochi giorni. Il Dio della vita in cui sempre riponeva la sua fiducia, di certo ha riservato a lui un posto in cielo.

Era nato a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 2 febbraio 1927 e accanto all'opera giuseppina aveva fin da piccolo maturato il suo cammino vocazionale. Dopo il percorso di studi in seminario, ha svolto il noviziato a Vigone (Torino) nel 1943 con la prima professione religiosa 1'8 ottobre 1944 Dopo gli studi supe­riori a Ponte di Piave, dal 1947 al 1949 ha svolto la sua prima esperienza aposto­lica a Vicenza. Riprese quindi i suoi studi teologici a Viterbo dal 1950 fino alla professione perpetua del 30 luglio 1949, svolta a Oderzo. Divenne sacerdote il 3 aprile 1954 a Viterbo. Il suo servizio apostolico di Giuseppino del Murialdo è stato del tutto dedito ai giovani e si è concretizzato in particolare come insegnan­te prima a Vicenza, poi a Montecchio Maggiore, poi Enego, e ancora a Vicenza fino 1966. Dal 1966 al 1972 è stato anche direttore nella comunità di Enego sull'altopiano di Asiago. Negli anni 1972-73 soggiornò a Roma coronando un piccolo sogno di conseguire la licenza pastorale presso la Pontificia Università Lateranense con una tesi dal titolo: "La conversione continua in S. Leonardo Mu­rialdo". Era veramente felice del risultato! Quindi passò a Modena nel 1973-1974 come insegnante e ancora a Montecchio e a Ponte di Piave fino al 1986.

Nel 1986 inizia a insegnare lettere e religione e insegnerà lettere fino al 1997, cioè a 70 anni. Dal 1988 è in comunità ad Oderzo dove resterà fino al 2018, quindi per trent’anni. Accolse con disponibilità anche l’incarico della cura pastorale della parrocchia di Rai di S. Polo (Treviso), che continuerà fino al 2011, cioè per più di vent’anni e fino all’età di 84 anni. Si è dedicato con tanto zelo e cura pastorale, circondato dall’affetto e dalla riconoscenza di tante persone, un vero pastore molto amato dal suo gregge, capace di disponibilità, generosità e affabilità. Negli ultimi anni, pur anziano ha prestato servizio nella parrocchia di Rustigné e nella casa di riposo Simonetti di Oderzo, dove ha vissuto l’ultimo mese della sua vita, accudito con premura e professionalità.
Scrive un suo ex-allievo di Oderzo, ora insegnante qui proprio di lettere:

Quando ero in prima media, ricordo che passeggiava spesso per i porticati col rosario in mano, controllando l'entusiasmo di noi studenti, e molte volte lo si incrociava uscire dalla cappellina che all'epoca si trovava al piano terreno a fianco del bar. Nella confessione era molto umano e sapeva anche ridimensionare i nostri dubbi e problemi adolescenziali. Era buono e dedicava tutto il suo tempo alla persona. Aveva una fede salda, che gli ho sempre invidiato e che coronava con la preghiera.

Una sua convinzione espressa palesemente ai superiori in una lettera del 1980 era che “la vita è sempre paternamente guidata da Dio che vuole il nostro bene, anche se chiede sacrificio”.
E’ sempre stato per tutti un vero esempio di pietà, di bontà e di semplicità e ha saputo ben incarnare nella sua vita la beatitudine: Beati i miti perché erediteranno la terra. Dal cielo, continua a benedire il cammino dei tuoi fratelli giuseppini.